Grazie alla spinta comunitaria il Governo italiano provvide ad emanare, oltre venti anni fa, il decreto interministeriale del 27 Aprile 1990 che di fatto sanciva la liberalizzazione valutaria in attuazione della direttiva 361/1998/CEE. Fu subito chiaro tuttavia che tale apertura avrebbe potuto generare fenomeni elusivi molto importanti e così pochi mesi dopo fu emanato il famoso d.l. 28 Giugno 1990 n. 167, Rilevazione ai fini fiscali di taluni trasferimenti da e per l'estero di denaro, titoli e valori. L'impianto disciplinare del 167/1990 si regge su due cardini:
- obbligo per gli intermediari residenti che intervengono nel rapporto di trasferimento di denaro (banche, SIM, Poste Italiane S.p.a. ecc.) di mantenere evidenza del trasferimento (da e verso l'estero per importi complessivamente superiori di euro 10.000) e delle generalità del soggetto residente (persone fisiche, enti non commerciali, società semplici e associazioni equiparate ai sensi dell'art. 5 del Tuir) che dispone la movimentazione finanziaria;
- obbligo per i soggetti citati poc'anzi di indicare in dichiarazione dei redditi, e specificamente nelle rispettive 3 sezioni del quadro Unico RW:
- i trasferimenti da e verso l'estero effettuati senza il tramite degli intermediari finanziari di cui al punto 1 per ragioni diverse dall'investimento all'estero (flussi finanziari);
- le consistenze all'estero accumulate grazie ai trasferimenti di cui sopra (stock finanziari);
- i trasferimenti da, verso e sull'estero che abbiano interessato gli investimenti e le attività finanziarie detenute all'estero di cui sopra (flussi finanziari).
Le sanzioni per i contribuenti inadempienti sono piuttosto salate, comunque proporzionali: si va da un minimo del 5% ad un massimo del 25% degli importi non dichiarati e in fase di riscossione è prevista la cosiddetta confisca per equivalente.
Ho scritto questo post per due motivi. Il primo è che a breve scriverò un articolo sui conti correnti all'estero e qui ho voluto anticipare chiaramente che la compilazione del quadro RW non è necessaria se le disposizioni finanziarie vengono effettuate per il tramite di intermediari residenti (come le banche presso cui la maggioranza dei cittadini italiani ha acceso un conto corrente).
Il secondo è che pensavo allo scudo fiscale; vi ricordate l'art. 13bis del d.l. 78/2009? Ecco, quello! Volendo stilare una “classifica di incazzatura” per le leggi-vergogna che fanno i nostri politici, secondo me, la questione riguarda tre categorie di soggetti:
- al 3° posto i meno incazzati, anzi i gaudenti, cioè coloro che hanno evaso in maniera legalizzata svariati milioni di imposte a danno dell'economia italiana attuale e futura (perché ogni condono fiscale disincentiva le tendenze virtuose del contribuente medio che perde fiducia nel Fisco);
- al 2° posto gli incazzati, la maggioranza degli italiani (tra cui anche il sottoscritto!); cioè coloro che non hanno attività finanziarie o altri investimenti all'estero e che comunque condannano questa evasione legalizzata perché intuiscono che si tratta di un danno irreparabile, economico e culturale, per tutto il Paese;
- al 1° posto coloro che sono ormai morti per l'incazzatura, cioè quei contribuenti onesti che avevano compilato il quadro Unico RW a cui il Fisco in sostanza ha detto: «Sì, ti scudo i beni che hai all'estero, ma solo se fino ad oggi non li hai dichiarati». Voi come vi sareste sentiti? NO COMMENT!
Per saperne di più leggete anche il post Conti correnti all'estero e quadro RW.
Nel 2008- 2009 e 2010 ho ricevuto bonifici dall'estero da un portafoglio elettronico avente sede nella UE.
RispondiEliminaLe somme sono decisamente superiori ai 10 mila euro annui.
Per mera ignoranza non ho provveduto alla segnalazione del quadro RW.
Dopo aver letto però il sopra citato articolo mi viene il dubbio che forse non ne ero obbligato.
Non mi è chiaro il concetto di intermediario residente.
Qualcuno mi può illuminare?
Grazie
L'intermediario residente è, ad esempio, l'istituto bancario con sede in Italia presso il quale hai il c/c. Nel tuo caso, se i bonifici sono stati ricevuti su c/c acceso presso una banca italiana o una filiale italiana di banca straniera, la dichiarazione del quadro RW non è richiesta. Infatti la banca ha già comunicato al Fisco tali trasferimenti!
RispondiEliminaCiao,
RispondiEliminanel 2010 ho effettuato bonifici verso bullionvault per un ammontare inferiore a 10000€ tramite la mia banca. Se ho capito bene non ero tenuto a segnalare la cosa nel quadro rw. Pero' forse avrei dovuto indicarli come consistenze all'estero?
Grazie
Marco
No, perché il valore della giacenza all'estero era inferiore a euro 10mila. Riporto il comma della norma che ti interessa in questo caso: "5. L'obbligo di dichiarazione di cui ai commi 1, 2 e 3 [cioè la compilazione del quadro RW n.d.a.] non sussiste se l'ammontare complessivo degli investimenti ed attivita' al termine del periodo di imposta, ovvero l'ammontare complessivo dei movimenti effettuati nel corso dell'anno, non supera l'importo di 10.000 euro".
RispondiEliminaGrazie della risposta! mi sento sollevato. Ma solo una cosa: la frase "...ovvero l'ammontare complessivo dei movimenti effettuati nel corso dell'anno.." significa che il limite dei 10000 si azzera ogni anno? Cioe' se nel 2011 faccio bonifici per altri 1000 €, significa che non sono nell'obbligo di dichiarare, oppure devo sommare i 10000€ del 2010 con i 1000€ del 2011 e quindi il totale di 11000€ va dichiarato nella prossima dichiarazione?
RispondiEliminaGrazie ancora
Marco
Mia moglie tedesca (doppia nazionalità), prima del matrimonio ha lavorato in germania e messo i risparmi in una banca tedesca su un libretto di risparmio dove poi sono confluiti anche gli introiti di una pensioncina tedesca e di un lascito di sua madre. Deve compilare il Mod.RW? Ho avuto pareri contrastanti. In caso affermativo che sanzioni ci sarebbero per non averlo compilato prima? Inoltre gli interessi maturati che credevo essere tassati alla fonte ho saputo che dovevano essere dichiarati in Italia. Vorrei sanare questa situazione. Come fare e a quali sanzioni vado incontro? Grazie Luciano B.
RispondiEliminaLa nazionalità della moglie non ha alcuna importanza, mentre rileva esclusivamente la residenza. Secondo la normativa, se la moglie è residente in Italia è soggetta agli obblighi del monitoraggio fiscale. Perciò sarebbe stato giusto compilare almeno la sezione II del quadro RW. Le sanzioni per l'omessa presentazione del quadro RW sono altissime e possono raggiungere anche il 50% degli importi non dichiarati. Cominci col chiedere alla banca tedesca di accreditare gli interessi direttamente su un c/c italiano. In questo caso non sussisterebbe l'obbligo di compilare il quadro RW e le ritenute verrebbero applicate in ignresso dalla banca italiana senza necessità di inserire gli interessi in dichiarazione. Consideri infine che l'azione dell'Amministrazione italiana è limitata da un termine di decadenza ben preciso.
RispondiEliminaA completazione della domanda precedente devo precisare che non ci sono mai stati movimenti ed anche gli interessi maturati sono sempre stati di gran lunga inferiori ai 10000 euro. Ringrazio di tutto cuore Luciano B.
RispondiEliminaNaturalmente se i trasferimenti non hanno superato i 10mila euro l'obbligo di compilazione non sussiste affatto (sezioni I e III). Allo stesso modo se il saldo del c/c tedesco al 31 Dicembre non supera i 10mila euro non occorre adempiere nemmeno alla compilazione della sezione II.
RispondiEliminaLa ringrazio sentitamente per le tempestive e puntuali risposte ai miei quesiti. Seguirò i suoi consigli. Se ho ben capito, una volta dato il mandato alla banca tedesca per l'accredito sul conto corrente italiano, dal momento che mia moglie non ha altri redditi italiani, non deve neppure fare la dichiarazione. Ancora infinite grazie Luciano B.
RispondiEliminaMi scusi se abuso ancora della sua pazienza. Anche per il Mod. RM (imposta di bollo o minipatrimoniale) posso dare mandato alla banca tedesca per pagarlo sul conto corrente in Italia o devo necessariamente compilare il mod. Unico, anche in assenza di altre fonti di reddito italiane? Grazie Luciano B.
RispondiEliminaSalve,
RispondiEliminaho depositato 10.000 euro in un conto trading cointestato (una gestione patrimoniale) di un broker inglese (con filiale in italia) ,gestito da una fiduciaria svizzera. Nel frattempo sono arrivato a 11.000 grazie ai guadagni. Ho inoltre ricevuto la comunicazione dal broker che devo pagare 46 euro tramite tassazione sostitutiva su questo conto. Devo dichiarare gli 11.000 + 46 euro anche se non possiedo altri redditi e considerando che han superato quota 10.000?
Grazie in anticipo,
Claudio V.