La legge 50/2014, di conversione del Dl 4/2014, ha eliminato l’obbligo
dichiarativo per i depositi e i conti bancari costituiti oltre confine
che, complessivamente nel periodo d’imposta, non superano i 10mila euro. Prima di quest'ultimo intervento normativo, il 20 Agosto 2013 al n.
194 della Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata la Legge 97/2013
(Legge Europea 2013) che all'art. 9 ha riscritto completamente le norme sul
monitoraggio fiscale veicolate dal d.l. 167/1990 (trasferimenti di
denaro, patrimonio all'estero, quadro RW eccetera). È stato il caso EU Pilot 1711/11/TAXU che ha
provocato l'apertura della procedura d'infrazione nei confronti
dell'Italia con cui la Commissione Europea ha intimato la revisione
delle regole sul monitoraggio fiscale ritenute inadeguate e
sproporzionate.
Visualizzazione post con etichetta quadro RW. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta quadro RW. Mostra tutti i post
lunedì 21 aprile 2014
Il quadro RW: la nuova disciplina a partire da Unico 2014
martedì 8 novembre 2011
Conti correnti all'estero e quadro RW
ATTENZIONE: la disciplina del modulo RW è stata profondamente riscritta. Leggi anche il nuovo post de ilcontribuenteonesto.
Nei
mesi scorsi ho pubblicato sul blog due post che hanno riscosso enorme
successo: Monitoraggio
fiscale: il quadro RW
e Aprire
un conto corrente all'estero.
Le visite, come accennato, sono state tante, ma allo stesso tempo ho
ricevuto altrettante mail a cui non ho potuto rispondere per mancanza
di tempo. Le domande che sono pervenute al blog, anche tramite i
numerosi commenti, sostanzialmente hanno evidenziato l’incertezza
dei contribuenti rispetto alla compilazione del benedetto quadro RW e più
in generale degli obblighi legati al monitoraggio fiscale di cui al
d.l.
28 Giugno 1990 n. 167, Rilevazione ai fini fiscali di taluni
trasferimenti da e per l'estero di denaro, titoli e valori.
Ho deciso perciò di affrontare nuovamente la questione con un nuovo
post dedicato al monitoraggio fiscale che sia però molto più ricco
di informazioni di modo che ogni dubbio dei lettori possa essere
fugato evitando l’intasamento della mia posta elettronica.
Il post è articolato in paragrafi distinti secondo lo schema che propongo fin da subito invitandovi a leggere tutto e non solo il riepilogo:
1.
SOGGETTI MONITORANTI E SOGGETTI MONITORATI
2.
TRASFERIMENTI E CONSISTENZE ESTERE DI NATURA FINANZIARIA
2.1.
Trasferimenti per ragioni diverse dall’investimento all’estero
2.2.
Attività estere di natura finanziaria
2.3.
Trasferimenti al fine di costituire attività estere di natura
finanziaria
3.
RIEPILOGO
sabato 18 giugno 2011
Aprire un conto corrente all'estero
Aggiornato al 01/01/2012
Sottolineo immediatamente che questo post non fornisce le indicazioni pratiche per accendere un conto corrente o un conto deposito all'estero.
E non vuole neanche fornire indicazioni per investimenti finanziari profittevoli. Questo post, che dovrebbe intitolarsi Aprire un conto corrente all'estero e stare a posto col Fisco (ma non suonerebbe bene!), vi dirà soltanto quante imposte paghereste sugli interessi da risparmio maturati all'estero e anche che portare denaro all'estero è legale e non rende evasori. Scrivere su come sbrigare la trafila burocratica per intrattenere un rapporto finanziario con un intermediario estero sarebbe troppo difficile, e comunque ogni Paese ha la sua normativa, i suoi particolari adempimenti eccetera; scrivere poi di dove è meglio investire i vostri soldi per ricavarne il massimo profitto non solo sarebbe difficile, ma anche antitetico per “il contribuente onesto” che considera la logica finanziaria moderna troppo distante dalla logica dell'economia reale. Fatte queste premesse la via e tutta in discesa, anzi il post è quasi concluso. Naturalmente non è così, ma poco ci manca perché il problema delle imposte da pagare allo Stato italiano per interessi da risparmio maturati all'estero è di semplicissima soluzione: si paga il 20% esattamente come per un c/c o un conto deposito in Italia.
Sottolineo immediatamente che questo post non fornisce le indicazioni pratiche per accendere un conto corrente o un conto deposito all'estero.
E non vuole neanche fornire indicazioni per investimenti finanziari profittevoli. Questo post, che dovrebbe intitolarsi Aprire un conto corrente all'estero e stare a posto col Fisco (ma non suonerebbe bene!), vi dirà soltanto quante imposte paghereste sugli interessi da risparmio maturati all'estero e anche che portare denaro all'estero è legale e non rende evasori. Scrivere su come sbrigare la trafila burocratica per intrattenere un rapporto finanziario con un intermediario estero sarebbe troppo difficile, e comunque ogni Paese ha la sua normativa, i suoi particolari adempimenti eccetera; scrivere poi di dove è meglio investire i vostri soldi per ricavarne il massimo profitto non solo sarebbe difficile, ma anche antitetico per “il contribuente onesto” che considera la logica finanziaria moderna troppo distante dalla logica dell'economia reale. Fatte queste premesse la via e tutta in discesa, anzi il post è quasi concluso. Naturalmente non è così, ma poco ci manca perché il problema delle imposte da pagare allo Stato italiano per interessi da risparmio maturati all'estero è di semplicissima soluzione: si paga il 20% esattamente come per un c/c o un conto deposito in Italia.
domenica 22 maggio 2011
Monitoraggio fiscale: il quadro RW
Grazie alla spinta comunitaria il Governo italiano provvide ad emanare, oltre venti anni fa, il decreto interministeriale del 27 Aprile 1990 che di fatto sanciva la liberalizzazione valutaria in attuazione della direttiva 361/1998/CEE. Fu subito chiaro tuttavia che tale apertura avrebbe potuto generare fenomeni elusivi molto importanti e così pochi mesi dopo fu emanato il famoso d.l. 28 Giugno 1990 n. 167, Rilevazione ai fini fiscali di taluni trasferimenti da e per l'estero di denaro, titoli e valori. L'impianto disciplinare del 167/1990 si regge su due cardini:
Iscriviti a:
Post (Atom)