La procedura di
collaborazione volontaria introdotta dalla L. 186/2014 rappresenta
l'ultimo scudo fiscale di cui potranno beneficiare i piccoli
patrimoni. I patrimoni elevati probabilmente potranno trovare altre
sistemazioni anche se le possibilità non sono tantissime. La
voluntary disclosure è qualcosa a metà tra uno scudo fiscale
e un condono anche se lo Stato lo spaccia per una procedura che fa
pagare il contribuente esattamente quanto dovuto in origine. È
uno scudo fiscale perché con il calcolo forfettario i
patrimoni sotto i 2 milioni di euro, a conti fatti, lasciano sul
campo il 10% del patrimonio, ma si tolgono il dente. È
un condono perché con il calcolo analitico i grossi patrimoni fanno
un minestrone di redditi abbattuti poi da minusvalenze che in questi
ultimi anni non hanno risparmiato nessuno; infine le sanzioni
passano, nel caso di patrimoni detenuti in Svizzera, dal 200% al
12,50% delle imposte sui redditi e dal 15% allo 0,5% del patrimonio
per le violazioni al quadro RW.
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giovedì 12 marzo 2015
domenica 22 maggio 2011
Monitoraggio fiscale: il quadro RW
Grazie alla spinta comunitaria il Governo italiano provvide ad emanare, oltre venti anni fa, il decreto interministeriale del 27 Aprile 1990 che di fatto sanciva la liberalizzazione valutaria in attuazione della direttiva 361/1998/CEE. Fu subito chiaro tuttavia che tale apertura avrebbe potuto generare fenomeni elusivi molto importanti e così pochi mesi dopo fu emanato il famoso d.l. 28 Giugno 1990 n. 167, Rilevazione ai fini fiscali di taluni trasferimenti da e per l'estero di denaro, titoli e valori. L'impianto disciplinare del 167/1990 si regge su due cardini:
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