Leggi anche Google AdSense e i redditi della pubblicità.
Non ho aperto questo blog da moltissimo tempo, ma da ancora meno ho fatto la prima conoscenza con Google adsense. Grazie a questo programma di Google, nel mio blog, come in quello di tanti altri blogger, vengono caricati dei box pubblicitari; i blogger ricevono piccoli compensi ogni volta che i siti pubblicizzati dai link vengono visitati.
Non ho aperto questo blog da moltissimo tempo, ma da ancora meno ho fatto la prima conoscenza con Google adsense. Grazie a questo programma di Google, nel mio blog, come in quello di tanti altri blogger, vengono caricati dei box pubblicitari; i blogger ricevono piccoli compensi ogni volta che i siti pubblicizzati dai link vengono visitati.
Ammetto di aver letto velocemente i termini di contratto di adsense, ma al punto 12.9 dei Termini di contratto adsense c'è scritto: “Lei dovrà pagare tutte le imposte o gli oneri applicati da qualsiasi entità governativa in relazione alla Sua partecipazione al Programma. Google non effettuerà alcun rimborso IVA nei Suoi confronti”. Perciò mi sembra corretto dire che l'imposizione fiscale si baserà esclusivamente sulla normativa fiscale italiana.
Innanzitutto c'è da dire che non è sempre necessario aprire un partita iva per svolgere un'attività lavorativa; gli esempi più importanti sono il lavoro dipendente, il lavoro occasionale, il lavoro che produce redditi diversi ecc. E a me sembra che il reddito derivante dalla pubblicità con adsense appartenga proprio a quest'ultima categoria.
Secondo quanto disposto dalla lettera l), comma 1 dell'art. 67 del TUIR (Testo unico delle imposte sui redditi ex d.p.r. 917/86) sono redditi diversi, tra gli altri, “i redditi derivanti da attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente o dalla assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere”. Personalmente ho pochi dubbi che il nostro caso si configuri come obbligo di permettere. Avete mai visto quei grandi cartelloni pubblicitari in cima ai condomini residenziali? Bene, in quei casi siamo di fronte a un tipico obbligo di permettere: il condominio si impegna a mettere a disposizione di terzi i propri spazi liberi. Lo stesso succede con i nostri blog con l'eccezione che noi mettiamo a disposizione uno spazio virtuale. Tutto qui!
Secondo quanto disposto dalla lettera l), comma 1 dell'art. 67 del TUIR (Testo unico delle imposte sui redditi ex d.p.r. 917/86) sono redditi diversi, tra gli altri, “i redditi derivanti da attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente o dalla assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere”. Personalmente ho pochi dubbi che il nostro caso si configuri come obbligo di permettere. Avete mai visto quei grandi cartelloni pubblicitari in cima ai condomini residenziali? Bene, in quei casi siamo di fronte a un tipico obbligo di permettere: il condominio si impegna a mettere a disposizione di terzi i propri spazi liberi. Lo stesso succede con i nostri blog con l'eccezione che noi mettiamo a disposizione uno spazio virtuale. Tutto qui!
Inquadrata per bene la tipologia di reddito che produciamo con Google adsense non ci resta che capire quale sarà l'imposizione fiscale per questi redditi. Come la maggior parte dei redditi sulle persone fisiche anche i redditi diversi entrano a far parte della base imponibile Irpef e tassati perciò con le aliquote del 23, 27, 38, 41 e 43 per cento. Sempre il TUIR, al comma 5 dell'art. 13 ci dice però che ai redditi di cui ala lettera l), comma 1 dell'art. 67 spetta una detrazione di 1104 euro se il reddito non supera 4800 euro. E se fate i calcoli, il 23% di 4800 è pari a 1104. Volendo semplificare tutto all'osso, si può dire con certezza che CHI RICEVE DA ADSENSE UN REDDITO ANNUO PARI O INFERIORE A 4800 EURO (e non percepisce altri redditi!) NON DEVE DICHIARARE NULLA! Quindi non c'è nessuna evasione fiscale. Occorre tenere presente che per questi redditi la normativa prevede una ritenuta del 20% che non viene effettuata perché Google si serve di una società con sede in Irlanda, quindi soggetto estero che non applica la ritenuta in questione sugli importi che ci corrisponde.
Fin qui tutto bene (citazione di un bel film francese!). Il problema si presenta quando si superano i 4800 euro annui (ma chi è che guadagna così tanto con adsense!), ma soprattutto quando si percepiscono altri redditi. Ad esempio, cosa deve fare un lavoratore dipendente che percepisce redditi da adsense? La risposta è dura: dovrebbe dichiarare tali introiti, che andrebbero a sommarsi a tutti gli altri percepiti dallo stesso soggetto. Perché utilizzo il condizionale? Perché, come hanno scritto anche altri, è vero che l'attenzione dell'Agenzia delle Entrate non si è quasi mai concentrata sul popolo degli internauti “di piccolo cabotaggio” quali noi siamo. Infatti ragazzi, diciamoci la verità, quanto riusciremo a mettere da parte con adsense nel giro di un anno? Pochissimo! E sapete quanto costa all'Agenzia distrarre risorse e uomini per recuperare quei pochi spiccioli derivanti dalla pubblicità sui nostri sconosciuti blog? Molto più di quello che possono recuperare. Insomma, fatevi due conti e tirate le somme. Io ho cominciato da poco con adsense, non ho altri redditi da dichiarare e perciò finché non arriverò a 4800 euro di pubblicità sarò con la coscienza a posto. La domanda è: quando avrò altri redditi? Quando arriveranno (se!) vedremo. Tuttavia ci tengo a precisare che il mio blog non ospiterà per molto tempo la pubblicità di Google! Credo infatti che non sia redditizia, ma soprattutto che non sia "giusta". Intendo dire che non mi sembra giusto corrispondere un certo importo al blogger solo quando la pubblicità viene cliccata. I pagamenti si dovrebbero basare quasi esclusivamente sulle visualizzazioni. Col sistema attuale invece si può ben dire che tutte le volte che un visitatore guarda la pubblicità ma non la clicca a perderci qualcosa sono solo i blogger: la pubblicità raggiunge comunque il suo scopo ma i publisher non ne traggono benefici!
Ciao, grazie dell'ottimo articolo!
RispondiEliminaAvrei un dubbio: tu dici che nel primo caso (reddito pari o inferiore a 4800 euro) non si deve dichiarare nulla. Non sarebbe più corretto dire che si deve dichiarare comunque, anche se poi non si pagheranno imposte su quel reddito per via della detrazione?
Ti faccio un esempio: io sono uno studente senza altri redditi, quindi compaio come figlio a carico, e ai miei genitori spetta una detrazione per questo. Ma solo se il mio reddito non supera i 2800 euro annui. Mettendo il caso di AdSense, se io guadagno 3000 euro in un anno, secondo te non dovrei dichiararli perché sono sotto i 4800. Invece devo comunque dichiararli, perché altrimenti i miei genitori usufruiscono di una detrazione per cui non hanno diritto. O sbaglio qualcosa? Grazie
Ciao Stormvision.
RispondiEliminaHai detto bene: se i tuoi redditi sono superiori a 2800 euro (per l'esattezza 2840,51!) non sei considerato a carico dei tuoi genitori. E purtroppo questa condizione prescinde dal fatto che tu scelga di dichiarare o non dichiarare i tuoi redditi. Il Fisco dice: tu hai guadagnato 3000 euro in un anno e quindi non sei a carico di nessuno! Se i tuoi genitori inseriscono il tuo codice fiscale in dichiarazione, nonostante tu abbia superato la soglia dei 2800, usufruiscono di un vantaggio fiscale indebito. In caso di controllo dell'Agenzia delle Entrate i tuoi genitori rischiano di vedersi annullata la detrazione e affibbiate le sanzioni. Nella pagina di questo sito "Compila il tuo 730!" troverai due tabelle che riportano le condizioni di esonero dalla presentazione della dichiarazione dei redditi. Vedrai che è riportato anche il caso dei 4800 euro.
L'articolo è pieno di desunzioni personali del tutto sbagliate! E' FALSO che non si debbano dichiarare redditi sotto i 5000, tutti i redditi vanno dichiarati, anche le prestazioni occasionali. E' REATO non dichiarare 4000 euro. Ma sei impazzito? Informati prima di dare false informazioni che potrebbero indurre gente a compiere illeciti. Togli subito questo articolo. L'IVA è obbligatoria per chi ha ADSENSE, lo sanno anche i sassi, chiedilo ad un commercialista. Tu stai invitando a lavorare in nero, che è reato, non so se te ne rendi conto. Roba da pazzi.
RispondiEliminasono d'accordo .... l'esposizione di banner su un sito non è configurabile come lavoro occasionale ma come lavoro continuativo e nemmeno una semplice partita iva è sufficiente, ma occorre avere anche degli specifici codici ateco.
EliminaCroalk, innanzitutto ti diffido formalmente dal continuare a utilizzare il tono che hai usato nel tuo commento, ma soprattutto a fare affermazioni assolutamente false che potrebbero avere conseguenze sconsiderate. Mi riferisco naturalmente alla frase “Tu stai invitando a lavorare in nero, che è reato, non so se te ne rendi conto. Roba da pazzi”. Poi voglio anche mettere in chiaro che tutti hanno facoltà e diritto di scrivere su questo blog, ma il modo in cui tu ti sei scagliato contro il post fin dal primo commento, senza un preliminare scambio di posizioni, è inqualificabile nonché sconveniente. Fermati questi due importanti concetti, non sono impazzito! L’Iva non è dovuta da chi percepisce redditi da attività commerciali occasionali e/o redditi da attività di lavoro autonomo occasionale PER CARENZA DEL REQUISITO SOGGETTIVO. Infatti, come si capisce benissimo dal decreto Iva 633/72, l’Iva è dovuta da coloro che nel territorio dello Stato effettuano cessioni di beni e prestazioni di servizi in via ABITUALE, che è il contrario di occasionale. Per quanto riguarda l’Irpef e i redditi complessivi lordi di 4800 euro ribadisco quanto ho scritto nel precedente commento: leggendo le istruzioni alla compilazione del 730/2011, precisamente a pag. 3, l’Agenzia delle Entrate presenta una tabella in cui elenca i casi di esonero. Io ti invito a leggere queste benedette istruzioni e a meditare. Voglio sottolineare che il post e anche il commento di risposta a Stormvision fanno riferimento ai redditi diversi da attività commerciali occasionali e/o redditi da attività di lavoro autonomo occasionale: solo all’interno di questa fattispecie si può correttamente parlare di esonero dichiarativo (e all’interno di questa fattispecie ne abbiamo parlato!). Infatti chi possiede detti redditi per un importo non superiore a 4800 euro lordi in un anno i) è esonerato dalla presentazione della dichiarazione dei redditi (e l’Agenzia ringrazia perché si tiene le ritenute del 20%), ii) può comunque presentare dichiarazione per farsi rimborsare dal Fisco delle ritenute eventualmente subite, iii) nel caso di Google AdSense poiché non ci sono ritenute da recuperare la dichiarazione per il contribuente risulterebbe un adempimento costoso (soldi per il commercialista!) che si può evitare.
RispondiEliminaCiao, articolo interessante anche se va contro tutto ciò che sapevo fino ad ora... Non mi convince una cosa, parli di prestazioni occasionali, ma la vendita di banner pubblicitari non è continuativa? I questo caso c'è l'obbligo di avere la partita iva.
RispondiEliminaPerò è anche verò che questo caso sembra poter essere trattato come la vendita di cartelloni pubblicitari per le strade, ma ne sei certo? Io mi sono documentato molto e tutti i commercialisti mi hanno detto che bisogna avere la partita iva (ma mai fidarsi al 100% di chi può trarre un beneficio da ciò che fai)
Ciao Roberto, per rispondere alla tua domanda ho pensato fosse meglio scrivere un nuovo post: Google Adsense e i redditi della pubblicità.
RispondiEliminaIl mio CAF me li mette da anni nei redditi diversi. Gli ho spiegato che qualcuno sosteneva ci volesse partita IVA e iscrizione camera di commercio e il termine che hanno usato è stato "idioti".
RispondiElimina