Di questi tempi, con la disoccupazione che
cresce a dismisura, sempre più persone decidono di “crearsi” un impiego, ad esempio lavorando autonomamente, come liberi
professionisti o come imprenditori. Molti, tuttavia, sono scoraggiati dalla
quantità e dalla complessità degli adempimenti burocratici, oltre che dai
relativi costi.
Le istruzioni che si trovano nei vari siti
istituzionali, poi, non incoraggiano di certo: sono lunghe, incomprensibili, ed
intrise di paroloni e di tecnicismi. Sperando di farvi cosa gradita, ho ,
dunque, scritto questo semplice vademecum,
spiegando ed analizzando i vari passaggi necessari per aprire
partita Iva.
Se siete liberi professionisti
- La prima cosa da fare, nel caso in cui
la vostra attività rientri tra quelle protette, cioè tutelate da leggi
speciali, è quella di iscrivervi al
relativo Ordine, Albo o Collegio
(ovviamente, se ne avete i requisiti!).
- Cercate, poi, nel sito dell’Agenzia
delle Entrate, il codice della vostra attività (cd. Codice ATECO).
- Sempre dal sito dell’Agenzia delle Entrate, scaricate il modello per la richiesta dell’attribuzione del numero di Partita Iva (attualmente, AA9/11), e compilatelo.
- Recatevi presso gli uffici dell’Agenzia
delle Entrate (o inviate il modello telematicamente, se avete già
l’abilitazione ai servizi Fisconline o Entratel), e consegnate
la richiesta.
- Vi sarà attribuito un numero di Partita Iva.
Ricordo che l’intera operazione è
totalmente gratuita; tuttavia, è possibile avvalersi della collaborazione di un
commercialista/consulente del lavoro, che predisporrà ed invierà la richiesta
per conto vostro (ovviamente, dietro corrispettivo!).
Fatto questo, avrete l’obbligo di iscrivervi alla gestione separata
dell’INPS, qualora non abbiate una particolare cassa professionale (ad esempio, i consulenti del lavoro hanno
l’Enpacl).
La Gestione separata dell’Inps, per il
2012, ha un’aliquota pari al 27,72% fino al raggiungimento di un massimale
pari a euro 93.622. È tuttavia
prevista anche un’ipotesi intermedia , ravvisabile nel caso in cui il Professionista
svolga sia lavoro autonomo sia lavoro dipendente. In tale situazione, dovrà
versare all’INPS il 18% del reddito prodotto come lavoro autonomo,
fatta salva la possibilità di applicare e addebitare in fattura al cliente il
4% del contributo previdenziale INPS.
Le casse professionali, invece, hanno aliquote differenti (solitamente pari al 2% dell’importo indicato in parcella addebitato al cliente, più una percentuale da applicare al reddito netto).
I diversi regimi fiscali
Dovrete, poi, scegliere per quale regime fiscale optare, a seconda del volume d’affari previsto: la contabilità ordinaria, la contabilità semplificata o il nuovo regime dei contribuenti minimi (per la trattazione di
questi aspetti, vi invitiamo a leggere i relativi post nel blog).
Se siete imprenditori
Nel caso in cui abbiate deciso di aprire una vera e propria impresa, sia essa ditta individuale o società, dal 01/04/2010 è possibile usufruire della ComUnica che, come si evince dal nome stesso, è una comunicazione unica cumulativa:
Le casse professionali, invece, hanno aliquote differenti (solitamente pari al 2% dell’importo indicato in parcella addebitato al cliente, più una percentuale da applicare al reddito netto).
I diversi regimi fiscali
Dovrete, poi, scegliere per quale regime fiscale optare, a seconda del volume d’affari previsto:
Se siete imprenditori
Nel caso in cui abbiate deciso di aprire una vera e propria impresa, sia essa ditta individuale o società, dal 01/04/2010 è possibile usufruire della ComUnica che, come si evince dal nome stesso, è una comunicazione unica cumulativa:
- dovrà
essere inviata telematicamente al Registro
delle Imprese presso la Camera di
Commercio, che provvederà poi a diramare la comunicazione all'Inps, all'Agenzia delle Entrate ed all'Inail,
semplificando notevolmente gli adempimenti (prima era necessario presentare
separatamente le relative domande, per ognuno di questi enti);
- una
volta inviata la ComUnica, vi sarà
attribuito il numero di partita Iva,
la PAT (posizione aziendale
territoriale) dell’Inail, e la
posizione Inps.
Anche
in questo caso, dovrete scegliere per quale regime fiscale optare: la contabilità ordinaria, la contabilità semplificata o il nuovo regime dei minimi.
Una volta avviata l’attività: gli
adempimenti
Gli adempimenti da eseguire, una volta aperta la partita Iva, variano a
seconda del regime prescelto (più numerosi nella contabilità ordinaria, molto esigui nel regime dei minimi). I principali
obblighi, in caso di contabilità ordinaria e semplificata, oltre, ovviamente, all’emissione delle fatture, sono:
- liquidazioni periodiche dell'Iva
(mensile o trimestrale), che si ottengono dalla differenza tra l’Iva pagata sugli acquisti ed Iva incassata sulle
vendite, da versare entro il 16 del mese o del trimestre successivo;
- pagamento Acconto IVA, entro il 27-12 di ogni anno;
- Comunicazione Iva Annuale per via
telematica (entro il 28 febbraio);
- invio
Telematico Dichiarazione dei Redditi (ModelloUnico: la dichiarazione è ai fini Irpef o Ires-società-, Iva e Irap);
- tenuta dei
registri Iva, nei quali si dovranno
annotare anche le operazioni non imponibili o esenti (es. acquisto valori bollati).
- è prevista una tassazione
sostitutiva del 5% sul reddito (che sostituisce Irpef, Iva, Irap);
- non è necessario tenere i registri Iva, ma solo conservare le fatture acquisti e quelle emesse;
- le fatture emesse sono, naturalmente, esenti
da Iva (di conseguenza, non si è soggetti agli obblighi dichiarativi e di
liquidazione dell’imposta);
- l’Iva sugli acquisti è indetraibile, tuttavia è possibile dedurre interamente le spese dal reddito
(il quale si determina applicando il principio di cassa, sottraendo dai ricavi le spese, i contributi previdenziali e
le perdite fiscali).
La legge fondamentale,
in materia di Iva, è il d.p.r. 633/72 (c.d. decreto I.V.A.). La normativa
di riferimento per i contribuenti minimi è invece il : d.l. n. 98/2011
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