sabato 8 settembre 2012

Come aprire la partita Iva : spiegazione passo dopo passo

Di questi tempi, con la disoccupazione che cresce a dismisura, sempre più persone decidono di “crearsi” un impiego, ad esempio lavorando autonomamente, come liberi professionisti o come imprenditori. Molti, tuttavia, sono scoraggiati dalla quantità e dalla complessità degli adempimenti burocratici, oltre che dai relativi costi.
Le istruzioni che si trovano nei vari siti istituzionali, poi, non incoraggiano di certo: sono lunghe, incomprensibili, ed intrise di paroloni e di tecnicismi. Sperando di farvi cosa gradita, ho , dunque, scritto questo semplice vademecum,  spiegando ed analizzando i vari passaggi necessari per aprire partita Iva.
Se siete liberi professionisti
  1. La prima cosa da fare, nel caso in cui la vostra attività rientri tra quelle protette, cioè tutelate da leggi speciali, è quella di iscrivervi al relativo Ordine, Albo o Collegio (ovviamente, se ne avete i requisiti!). 
  2. Cercate, poi, nel sito dell’Agenzia delle Entrate, il codice della vostra attività (cd. Codice ATECO). 
  3. Sempre dal sito dell’Agenzia delle Entrate, scaricate il modello per la richiesta dell’attribuzione del numero di Partita Iva (attualmente, AA9/11), e compilatelo.
  4.  Recatevi presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate (o inviate il modello telematicamente, se avete già l’abilitazione ai servizi Fisconline o Entratel), e consegnate la richiesta. 
  5. Vi sarà attribuito un numero di Partita Iva.
Ricordo che l’intera operazione è totalmente gratuita; tuttavia, è possibile avvalersi della collaborazione di un commercialista/consulente del lavoro, che predisporrà ed invierà la richiesta per conto vostro (ovviamente, dietro corrispettivo!).
Fatto questo, avrete l’obbligo di iscrivervi alla gestione separata dell’INPS, qualora non abbiate una particolare cassa professionale (ad esempio, i consulenti del lavoro hanno l’Enpacl).
La Gestione separata dell’Inps, per il 2012, ha un’aliquota pari al 27,72% fino al raggiungimento di un massimale pari a euro 93.622. È tuttavia prevista anche un’ipotesi intermedia , ravvisabile nel caso in cui il Professionista svolga sia lavoro autonomo sia lavoro dipendente. In tale situazione, dovrà versare all’INPS il 18% del reddito prodotto come lavoro autonomo, fatta salva la possibilità di applicare e addebitare in fattura al cliente il 4% del contributo previdenziale INPS. 
Le casse professionali, invece, hanno aliquote differenti (solitamente pari al 2% dell’importo indicato in parcella addebitato al cliente, più una percentuale da applicare al reddito netto). 

I diversi regimi fiscali 

Dovrete, poi, scegliere per quale regime fiscale optare, a seconda del volume d’affari previsto: la contabilità ordinaria, la contabilità semplificata o il nuovo regime dei  contribuenti minimi (per la trattazione di questi aspetti, vi invitiamo a leggere i relativi post nel blog). 

Se siete imprenditori 

Nel caso in cui abbiate deciso di aprire una vera e propria impresa, sia essa ditta individuale o società, dal 01/04/2010 è possibile usufruire della ComUnica che, come si evince dal nome stesso, è una comunicazione unica cumulativa:
  • dovrà essere inviata telematicamente al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio, che provvederà poi a diramare la comunicazione all'Inps, all'Agenzia delle Entrate ed all'Inail, semplificando notevolmente gli adempimenti (prima era necessario presentare separatamente le relative domande, per ognuno di questi enti); 
  • una volta inviata la ComUnica, vi sarà attribuito il numero di partita Iva, la PAT (posizione aziendale territoriale) dell’Inail, e la posizione Inps. 
I diversi regimi fiscali
Anche in questo caso, dovrete scegliere per quale regime fiscale optare: la contabilità ordinaria, la contabilità semplificata o il nuovo regime dei minimi.
Una volta avviata l’attività: gli adempimenti
Gli adempimenti da eseguire, una volta aperta la partita Iva, variano a seconda del regime prescelto (più numerosi nella contabilità ordinaria, molto esigui nel regime dei minimi). I principali obblighi, in caso di contabilità ordinaria e semplificata, oltre, ovviamente, all’emissione delle fatture, sono: 
  • liquidazioni periodiche dell'Iva (mensile o trimestrale), che si ottengono dalla differenza tra l’Iva pagata sugli acquisti ed Iva incassata sulle vendite,  da versare entro il 16 del mese o del trimestre successivo; 
  • pagamento Acconto IVA, entro il 27-12 di ogni anno; 
  • Comunicazione Iva Annuale per via telematica (entro il 28 febbraio); 
  • invio Telematico Dichiarazione dei Redditi (ModelloUnico: la dichiarazione è ai fini Irpef o Ires-società-, Iva e Irap); 
  • tenuta dei registri Iva, nei quali si dovranno annotare anche le operazioni non imponibili o esenti (es. acquisto valori bollati). 
Nel caso dei contribuenti minimi, detti adempimenti risultano notevolmente semplificati. Difatti, per i soggetti che possiedono i requisiti per tale regime (redditi inferiori a € 30.000 annui; acquisti effettuati, negli ultimi 3 anni, per beni strumentali, inferiori a € 15.000; nessun dipendente (né co.co.pro. né associati); nessuna cessione all’esportazione; inizio nuova attività, non mera prosecuzione di una precedente; nessuna partecipazione in società di persone, o di capitali che optino per il regime della trasparenza):
  • è prevista una tassazione sostitutiva del 5% sul reddito (che sostituisce Irpef, Iva, Irap); 
  • non è necessario tenere i registri Iva, ma solo conservare le fatture acquisti e quelle emesse; 
  • le fatture emesse sono, naturalmente,  esenti da Iva (di conseguenza, non si è soggetti agli obblighi dichiarativi e di liquidazione dell’imposta); 
  • l’Iva sugli acquisti è indetraibile, tuttavia è possibile dedurre interamente le spese dal reddito (il quale si determina applicando il principio di cassa, sottraendo dai ricavi le spese, i contributi previdenziali e le perdite fiscali). 
La normativa
La legge fondamentale, in materia di Iva, è il d.p.r. 633/72 (c.d. decreto I.V.A.). La normativa di riferimento per i contribuenti minimi è invece il : d.l. n. 98/2011

Dott.ssa Noemi Secci (Consulente del Lavoro)


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