sabato 23 febbraio 2013

Il Redditometro: cos'è e come funziona

La partenza è fissata per il primo marzo del 2013. Da quel giorno in Italia sarà attivo il Redditometro, il nuovo strumento di lotta all’evasione approvato dal Governo Monti che punta a stanare chi non paga le tasse o chi denuncia redditi inferiori a quelli reali, il tutto analizzando non le entrate del contribuente ma le sue uscite. La politica che sta dietro al redditometro è molto semplice: “se so che hai speso X vuol dire che hai certamente guadagnato X e quindi dovrai pagare le tasse dovute”. Ecco le aree di spesa analizzate dal redditometro: costi per abitazioni, assicurazioni e pensioni, mezzi di trasporto, sport e tempo libero, spese consistenti in genere, investimenti immobiliari ed mobiliari.
In quest’ultimo insieme rientrano anche i conti deposito ed i conti correnti. Un ragionamento molto semplice che l’Agenzia delle Entrate proverà ad applicare ai contribuenti italiani su un totale di 35 mila controlli l’anno, andando anche a scavare nel passato a partire dai redditi dichiarati nel 2010 (che sono poi quelli percepiti all’interno dell’anno 2009). 

I controlli su conti correnti e conti deposito

Come farà l’Agenzia delle Entrate conoscere quello che avviene nei conti degli italiani? Il trucco è nel decreto Salva Italia di Ottobre 2012, che nel articolo numero 11 ha imposto l’obbligo per banche , Poste Italiane, intermediari, assicurazioni ed istituti finanziari di comunicare tutte le informazioni di movimentazione e deposito del denaro relativi ai propri clienti. In pratica già dall’autunno del 2012 lo Stato è in grado di conoscere per filo e per segno cosa accade nei conti correnti bancari dei contribuenti, e se tramite il Redditometro si determinerà la presenza di spese che fanno pensare ad introiti del 20% superiori a quanto dichiarato si incorrerà nei controlli dell’Agenzia delle Entrate.

Consigli in caso di controlli 

Il problema dei controlli è che l’onere della prova (di innocenza) sarà a carico del contribuente. Se dunque risulteranno essere entrate sul proprio conto corrente o conto deposito, cifre superiori a quanto il proprio reddito dichiarato farebbe supporre, sarà lo stesso contribuente a doverne spiegare l’origine, pena l’obbligo di dover pagare una salata multa per maggiori imposte accertate. Il consiglio principale per chi possiede un conto corrente è quello di tenere traccia di quanto viene loro versato da terzi, preferendo strumenti “tracciabili“ come i bonifici per la ricezione di pagamenti da parte dei propri clienti, o di donazioni da parte di famigliari e conviventi.

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