A volte mi è capitato di dover spiegare, soprattutto a lavoratori autonomi e imprenditori, che i redditi c.d. esentasse non sono quelli di lavoro dipendente. Alcuni pensano che siccome lo stipendio mensile che arriva in banca ha subito le sue belle trattenute a monte, quell'ammontare netto è da considerare esentasse perché nessuno te lo tocca più.
Non è così. I redditi esenti sono “non-redditi” fiscalmente. Questo significa che il percettore se li mette in tasca, ci fa quello che vuole, ma non li deve dichiarare: al Fisco non interessano.
Il primo corollario è perciò il seguente: non devi preoccuparti di dichiarare i redditi esenti.
Il secondo corollario invece è: se possiedi altri redditi imponibili NON li devi sommare con quelli esenti scansando così un'aliquota marginale più alta.
Ma c'è un terzo corollario molto importante che molti ignorano. Poiché, come scritto prima, i redditi esenti sono “non-redditi” dal punto di vista fiscale, chi li percepisce può essere indicato come familiare a carico di un altro contribuente perché fiscalmente si mantiene sotto quella famigerata soglia di euro 2840,51, a prescindere dall'importo che percepisce...fosse anche un milione di euro al mese (magari!). Ma perché lo Stato prevede redditi esenti?