venerdì 13 gennaio 2012

Google Adsense e i redditi della pubblicità

Circa un anno fa scrissi il post Come dichiarare i redditi di GoogleAdsense in cui mi pronunciai a favore della possibilità di operare nel settore delle affiliazioni senza aprire la partita Iva. In particolare ragionai nel senso di classificare i redditi di Google Adsense, come anche quelli erogati da altre società concorrenti, come redditi diversi derivanti da un obbligo di permettere. Da allora ho ricevuto numerose critiche (che accetto volentieri!) e credo sia arrivato il momento di fare chiarezza sulla mia posizione, che ricordo a tutti, non va intesa come consulenza fiscale professionale, perlomeno non in questa sede.
Secondo l'articolo 3 del decreto Iva 633/1972 si considerano prestazioni di servizi «le prestazioni verso corrispettivo dipendenti da contratti d'opera, appalto, trasporto, mandato, spedizione, agenzia mediazione, deposito e in genere da obbligazioni di fare, di non fare e di permettere quale ne sia la fonte» e quindi risulta chiaro che il reddito derivante da obbligo di permettere è rilevante ai fini dell'imposta sul valore aggiunto. Ciononostante è in ragione della non abitualità della prestazione del servizio che può essere giustificato il conseguimento di un reddito diverso ex art. 67 del Tuir senza necessità di posizione identificativa Iva. Attenzione perché quando si parla di non abitualità non occorre cristallizzarsi sul significato temporale del termine, risultando utile una sua analisi anche in termini di professionalità delle prestazioni rese. Poiché la discussione sul tema ruota intorno all'apertura o meno della partita Iva, nessun testo normativo può rivelarsi più utile del decreto Iva 633/72.. Il primo articolo del citato decreto solennemente dichiara che «l'imposta sul valore aggiunto si applica sulle cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello Stato nell'esercizio di imprese o nell'esercizio di arti e professioni […]». Proviamo allora a capire cosa intende il legislatore per “esercizio di imprese” ed “esercizio di arti e professioni”.
Riguardo alla prima delle due attività, l'articolo 4 recita che «per esercizio di imprese si intende l'esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, delle attività commerciali […]» di cui all'articolo 2195 del codice civile; riguardo invece alla seconda attività, l'articolo 5 recita che «per esercizio di arti e professioni si intende l'esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, di qualsiasi attività di lavoro autonomo da parte di persone fisiche […]».
Arrivati sin qui la questione si restringe come fosse un collo di bottiglia che infine ci conduce a valutare caso per caso la sussistenza o meno dell'esercizio dell'attività per professione abituale. Per favore nei prossimi giorni non scrivetemi che al telefono o allo sportello il funzionario dell'Agenzia delle Entrate vi ha detto di aprire la partita Iva, perché è naturale che un esponente dell'amministrazione finanziaria propenda per il comportamento massimamente prudenziale. E d'altronde se il Fisco avesse in ogni caso ragione i tributaristi non sarebbero sempre lì, letteralmente a pendere dalle labbra dei giudici di Cassazione.
Ripeto ancora che occorre valutare caso per caso l'abitualità dell'attività esercitata in funzione di numerose variabili tra le quali vale la pena ricordare come le più importanti il volume d'affari generato e il peso specifico del reddito conseguito con l'attività di blogger rispetto al reddito complessivo del soggetto stesso. Non considerate questo post alla stregua di una consulenza professionale giacché mi rendo conto che in giro per la rete l'orientamento maggioritario è quello opposto. Io per me... continuo secondo quella che sono convinto sia un'interpretazione ragionevole della normativa.

4 commenti:

  1. Ciao Gazie per l'articolo
    Invece di pensare a interpretazioni non sarebbe meglio una
    risposta definitiva che metta fine a questa cosa? Io vorrei che un giorno uscisse una legge o non so una risposta ufficiale da parte del'agenzia delle entrate o del fisco che dicesse che
    L'utilizzo di adsense programmi di affiliazione e pubblicazione di banner su siti web non può essere considerata attività continuativa e quindi dare modo a tutti i piccoli webmaster di poter guadagnare qualcosina senza dover aprire partita iva o altro e che se si guadagna entro i 5000 euo in un anno non fare neanche dichiarazione dei redditi? Scusami se la domanda può sembrare stupida ma sono ignorante in materia

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  2. Io mi faccio la dichiarazione da me da molto tempo. Posso sbagliare, ma per me Adsense non richiede la partita iva , fino ad un certo punto.
    I proventi devono essere dichiarati se superano i 3000 euro, altrimenti non c'è bisogno nemmeno di fare la dichiarazione (stando al 2006).
    Ma perchè ritengo che non ci voglia la partita iva fino ad un certo punto?
    A mio avviso i webmaster nono svolgono un'attività pubblicitaria in senso stretto, cioè non sono un'agenzia di pubblicità. Nessun webmaster che utilizza Adsense, contatta gli inserzionisti, fissa il prezzo, stabilisce le modalità della pubblicità ecc.
    I webmaster "subiscono" mostrano una pubblicità organizzata da un'agenzia di pubblicità, cioè da Google.
    I webmaster in praticano "fittano" uno spazio così come io fitto un terreno con un cartello vuoto. In questo cartello vuoto faccio mettere della pubblicità da un'agenzia che ha il cliente, così i webmaster in questi spazi fanno mettere della pubblicità, che non gestiscono non decidono. Sperano solo, sperano in un guadagno, visto che il fitto è una revenue sui probabili click e non su un tot prestabilito.
    I webmaster non sono agenzie e quindi non svolgono alcun lavoro di agenzia pubblicitaria. Se guadagnano pagano, e pagano perchè procurano un affare, un contratto. Non ci sono solo pubblicità in pay per clik ma quelle in cui ti pagano solo se l'affare va a buon fine.
    Si può guadagnare poco o moltissimo in un sol mese o mese per mese. Quindi la questione si complica un po'. Se guadagni mese per mese diventi un procacciatore d'affari a tutti gli effetti, ti serve dunque la partita iva. Magari, invece, guadagni un solo mese e poi niente più, sei allora un procacciatore d'affari occasionale e non ti serve la partita iva. La dichiarazione la devi comunque fare, se superi i 3000 euro di guadagno (stando al 2006).

    Ho assistito a molte discussioni e credo che ci sia molta confusione anche tra i commercialisti. Essi dicono ora A ora B, molti si associano con quello che dice il commercilista X o con Y, sfociando in pareri diversi. E' chiaro che ad un commercialista fa piacere che sia Adsense un'attività commerciale. Se lo è devi andare da lui, devi pagare i suoi servigi. Quindi non fanno testo nella maggior parte dei casi, specialmente se fanno finta di confondere le cose.

    Molti dicono che chi usa Adsense svolge un'attività di pubblicità. Bene io dico che una tale attività non esiste e non può esistere in nessuna parte del mondo.
    Conoscete per caso un'attività in cui chi la svolge non ne conosce i costi e i prezzi? Conoscete un'attività in cui i prezzi per quel che vendo io li stabilisce un altro? Conoscete un'attività di pubblicità in cui l'inserzionista non chiede a chi gli vende la pubblicità informazioni, sconti, tipologia del pagamento? E i rischi di questa ipotetica attività? I webmaster che usano Adsense fanno per caso una di queste cose? Non ne fanno nessuna. Dunque non fanno altro che mettere a disposizione uno spazio, in teoria, Google lo potrebbe usare per scrivere "Votate Bush", o per dire "Il mondo è bello". Come lo modifichiamo noi? Togliendo il codice, rompendo il contratto con Google, ma non con l'inserzionista. Non abbiamo contratto con l'inserzionista.
    Dunque usare Adsense non è in alcun modo un'attività commerciale intesa come agenzia di pubblicità, può diventare un'attività di procacciatori d'affari occasionale o fisso (e in questo ultimo caso ti serve la partita iva, l'iscrizione al registro delle imprese, ecc.)
    La questione è tra il procacciatore fisso o occasionale e questo lo decide la somma guadagnata e come è guadagnata. Se guadagno 10000 euro una volta l'anno facendo comprare una casa, sono procacciatore occasionale, se guadagno 800 euro al mese per un anno sono fisso.
    http://www.alverde.net/forum/google-adsense/85806-iva-e-attivita-adsense.html

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  3. Ciao a tutti!! Scusate ma se si bloccano i pagamenti di Adsense (so che c'è la possibilità di ricevere il pagamento tutti i mesi se supera i 100$ oppure bloccare il pagamento e decidere tu)e si ricevono solo una volta l'anno...non si può??

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  4. Sono perfettamente d'accordo con l'autore di tale post e i commenti sotto. Oltretutto scusatemi ma se google è il mio unico committente ed espongo i banner per tutto l'anno allora secondo la riforma Fornero non sarebbero obbligati ad assumermi qualora io fossi "a partita IVA"?

    Scherzi a parte la frotta di fautori della partita IVA deriva dalle indicazioni ripetute alla nausea sul forum giorgiotave.it da un commercialista preparato ma decisamente poco conscio di come funziona tecnicamente adsense.

    Io ho sottoposto la questione al mio CAF e da anni me li mettono tra i redditi diversi. Ahime' pagandoci sopra un bel po' di soldini di tasse :(

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